martedì 30 ottobre 2007

Le barriere alla comunicazione

"Abbiamo paura che i professori facciano dei confronti tra gli studenti e se dovessimo prendere un brutto voto non ci riconoscano per quelli che non studiano".

"Ci spaventa di loro che possano prenderci in giro o avere dei pregiudizi su di noi".

Sono due delle frasi con cui un gruppo di alunni di prima ha espresso le paure provate all'inizio della nuova esperienza della scuola superiore.

Mi hanno fatto venire in mente le 12 barriere alla comunicazione presentate da Thomas Gordon nel bellissimo "Insegnanti efficaci".

Ogni tanto bisogna riprendere le buone idee e rimeditarle.

Offrire soluzioni:
  • Ordinare, comandare, esigere.
  • Avvisare, minacciare.
  • Fare la predica, rimproverare.
  • Consigliare, dare soluzioni o suggerimenti.
  • Redarguire, ammonire, fare argomentazioni logiche.

Sottolineare l'inadeguatezza, gli errori:

  • Giudicare, criticare, disapprovare, biasimare.
  • Definire stereotipare, etichettare.
  • Interpretare, analizzare, diagnosticare.
  • Apprezzare, convenire, dare delle valutazioni positive.
  • Rassicurare, mostrare comprensione, consolare, sostenere.

Analizzare le situazioni:

  • Contestare, indagare, mettere in dubbio, sottoporre ad interrogatorio.

Evitare i problemi:

  • Eludere, distrarre, fare del sarcasmo, fare dello spirito, cambiare argomento.

Ogni volta che le rileggo, penso, sconsolato, a quanti errori contino a fare nel mio insegnamento!

Per fortuna gli studenti imparano e crescono, nonostante i loro insegnanti!

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sabato 27 ottobre 2007

Laboratorio di informatica

Lungo periodo di silenzio-post: è iniziato l'anno scolastico, che ha assorbito tempo e risorse...

Sebbene a ritmo rallentato, ho continuato il lavoro e ora posso dare il grande annuncio:

Le dispense sono terminate!

Dopo una gestazione di 15 mesi ho messo la parola "fine" alle aggiunte, correzioni, impaginazioni, ...

Ecco le dispense di laboratorio di informatica calde di stampa! (Vedi "Laboratorio Mat-Info" pdf o odf).

Sono rivolte ad alunni del primo biennio del liceo PNI o Tecnologico. Non sono dispense di "informatica", ma dispense di "matematica" nel laboratorio di informatica.

Possono anche essere usate come introduzione all'informatica, ma, per ogni argomento, ho cercato di dare il minimo di contenuti informatici sufficiente per poter utilizzare lo strumento informatico per qualcosa di sensato.

Il testo permette diversi approcci al laboratorio: si può partire dal foglio di calcolo o da applicazioni numeriche, come di solito si fa con Pascal, o da applicazioni geometriche.

Gli strumenti informatici utilizzati sono:
  1. Foglio di calcolo: OpenOffice.org
  2. Linguaggio di programmazione: Python
  3. Librerie grafiche: pygraph

I numerosi capitoli sono molto brevi, pensati per essere svolti in un'ora. La pratica mostra quanto io sia affetto da "pensiero magico" dato che per essere un po' digeriti i vari argomenti richiedono molto più tempo!

Il testo è diviso nelle sezioni:
  1. Introduzione al linguaggio Python
  2. Numeri
  3. Geometria interattiva
  4. Geometria analitica
  5. Geometria della tartaruga
  6. Foglio di calcolo

Svolgendo diversi argomenti durante l'anno, gli strumenti informatici come variabili, funzioni, parametri, ecc. vengono riproposti da diversi punti di vista e possono quindi essere compresi meglio.

Quello che ho scritto non è altro che ciò che io a mia volta ho imparato dal lavoro di altri. "Gratuitamente ho ricevuto", gratuitamente mi sembra giusto dare. Perciò il testo è rilasciato sotto la licenza Creative Commons:

Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo

Ciò vuol dire che chiunque è libero di:

di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera

di modificare quest'opera

Alle seguenti condizioni:

Attribuzione. Deve attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera.

Non commerciale. Non può usare quest'opera per fini commerciali.

Condividi allo stesso modo. Se altera o trasforma quest'opera, o se la usa per crearne un'altra, può distribuire l'opera risultante solo con una licenza identica o equivalente a questa.

Pur avendo impegnato tutte le mie capacità nel curare contenuto e forma senz'altro il testo contiene molti errori, da quelli banali di battitura a quelli concettuali o metodologici: sono grato a chiunque me li segnali.

Spero che qualcun altro, oltre ai miei alunni (che sono obbligati;), usi questi materiali, e magari contribuisca segnalando problemi interessanti o aggiungendo dei nuovi contenuti.

Io mi diverto ad insegnare utilizzando strumenti informatici, anche i miei alunni sembrano molto coinvolti. Spero che questo materiale possa interessare, divertire e far crescere anche altri.

Buon divertimento con Python!

P.S. Il materiale si trova nella sezione "documenti" presente nella barra laterale, in formato pdf o open document (odf) seguendo i link Laboratorio Mat-Info.

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sabato 29 settembre 2007

Gianna Nannini in arena

Serata in arena con Gianna Nannini e la sua Pia.

Tanta acqua: pioggia a dirotto dall'inizio alla fine!

Bello, lo spettacolo.

Frase da meditare:

"Prigione è non poter chiudersi dentro"

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venerdì 21 settembre 2007

Buon senso

Quando la zona del cervello adibita al buon senso viene esclusa, incomincia a inviare disturbi al resto del cervello e non lo lascia lavorare.

Questo succede, a volte, durante le riunioni a scuola.
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sabato 8 settembre 2007

Apprendimento non concettuale della matematica

Navigando alla ricerca di informazioni sulla discalculia, mi sono imbattuto nel sito di Camillo Bortolato...
Segnatevi questo indirizzo se conoscete una maestra che incontra difficoltà ad insegnare a qualche bambino numeri e calcoli o se conoscete un bambino in difficoltà con i primi approcci alla matematica.

Chissà se approfondendo gli spunti proposti da Camillo Bortolani non sia possibile recuperare i danni prodotti dai nostri metodi di insegnamento, anche quando sono passati molti anni e i ragazzi si trovano ormai alle superiori con le idee ancora molto confuse su numeri e operazioni...
Magari la "linea del 20" potrebbe tornare utile non solo a qualche adolescente, ma anche a qualche adulto che pensa di essere negato per i numeri!

Riporto come stimolo i "dieci segreti dei bambini che hanno successo" tratti dal sito e che lì trovano una più ampia illustrazione e motivazione:

  1. Primo segreto: disinteressarsi della la disciplina
  2. Secondo segreto: non astrarre ma vedere
  3. Terzo segreto: non contare mai
  4. Quarto segreto: pensare solo alle palline
  5. Quinto segreto: essere ordinati interamente
  6. Sesto segreto: non pensare mai alle operazioni
  7. Settimo segreto: disinteressarsi della scrittura dei numeri
  8. Ottavo segreto: considerare il calcolo scritto come calcolo cieco
  9. Nono segreto: saper chiudere gli occhi
  10. Decimo segreto: avere gratitudine
La lettura di questo sito è stata per me come una boccata di aria fresca. È bello ogni tanto uscire dal lezzo delle regole morte che cerchiamo di insegnare ai nostri alunni e affrontare degli argomenti vivi e sensati!

Grazie Camillo!

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giovedì 6 settembre 2007

Circoli

Le riunioni di inizio anno mi hanno fatto tornare in mente due "circoli" che avevo studiato qualche anno fa...
Si tratta di un circolo vizioso e un circolo virtuoso nel quale ognuno di noi cade quando deve imparare qualcosa.
I danni causati dai circoli viziosi sono spesso ben visibili in alcuni nostri alunni.


.I due circoli sono tratti da un testo che dovrebbe essere, a mio giudizio, studiato da chiunque si appresti a insegnare matematica, dalle maestre di prima elementare ai docenti universitari.
Il testo tratta delle difficoltà che alcuni individui incontrano nei confronti dei numeri e apre una visione, spesso sconosciuta anche a noi insegnanti di matematica, sul mondo dei numeri.

Il testo è:
Brian Butterworth, "Intelligenza matematica", Milano, 1999

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lunedì 3 settembre 2007

Macchine matematiche


In seguito alla visita all'intrigante laboratorio dell'università di Modena, mi sono procurato i materiali e ho realizzato la mia prima macchina matematica: un pantografo che produce rotazioni.

Vediamo se mi riesce di tradurre le proposte dell'università di Modena in un laboratorio per gli alunni della mia scuola...

  • Attrezzi: Trapano, sega, carta vetrata.
  • Materiali: compensato, listelli, colla, impregnante, bulloni e dadi.
  • Tempo: circa 2 ore più i tempi di asciugatura della colla e della vernice.
  • Obiettivi: Oltre agli evidenti obiettivi legati alla disciplina: rinforzo della comprensione e delle dimostrazioni relative alla rotazione; c'è anche l'obiettivo, praticamente estinto dalla scuola (in particolare superiore), della manualità.
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domenica 2 settembre 2007

Matematica, mio terrore

Così è possibile che la difficoltà della matematica stia non nel fatto che essa non riguarda l'essere umano, ma nel fatto che essa lo tocca molto da vicino.
Facendo matematica, si è sollecitati nel proprio corpo, nella propria parola, nella propria immaginazione, nelle proprie emozioni. Si è sollecitati in quanto si ha di personale, di profondo, talvolta di mal conosciuto, o di sconosciuto a sé stessi.

(da Anne Siety "Matematica, mio terrore", Milano, 2001)


venerdì 31 agosto 2007

Caro scuola

Anche quest'anno in corrispondenza con l'inizio della scuola è esplosa la notizia dell'aumento dei costi. La faccenda incomincia a diventare rituale: se ne parla dopo gli ingorghi del rientro ferragostano e pima della manovra finanziaria e dell'autunno caldo.
La maggior parte della spesa riguarda i libri di testo: enormi affari ruotano attorno all'editoria scolastica. Il modello attuale di produzione dei testi scolastici ha senz'altro il merito di finanziare la produzione di libri, opera altamente meritoria, e di finanziare un gran numero di lavoratori e quindi provvedere al sostentamento di altrettante di famiglie...
Ma sorge un dubbio: per caso questo metodo non risulta ormai sorpassato?
Grazie alle nuove tecnologie è possibile auto-produrre materiali didattici di qualità paragonabile, almeno in certi casi, ai libri di testo.
Perché questo non avviene? Mi vengono in mente due motivi:
  • I grandi interessi economici che spingono verso il mantenimento della situazione attuale;
  • La demotivazione degli insegnanti sempre meno capaci di essere attivi e produttivi.
L'auto-produzione di materiali didattici produrrebbe senz'altro grandi vantaggi per l'attività didattica:
  • Flessibilità dei materiali;
  • Adattabilità degli strumenti alle diverse situazioni;
  • Aggiornabilità continua;
  • Risparmio economico.
Ma per poter usare materiali auto-prodotti, serve un cambiamento di mentalità: da utilizzatori passivi a produttori. E un cambiamento di organizzazione: non può funzionare il modello dell'autore singolo, servono opere collaborative dove ognuno fa una parte che può essere:
  • Scrivere la trattazione di un argomento;
  • Scrivere esercizi o questionari di verifica;
  • Segnalare errori, carenze, miglioramenti;
  • Usare il materiale nella propria attività.
È chiaro che una tale organizzazione è possibile solo all'interno di un modello simile a quello in cui si sviluppa il software libero quindi con l'uso di licenze che permettano l'uso, la modifica, la copia e la distribuzione delle opere originali o modificate.

Per parte mia sto lavorando ad un testo per il laboratorio di informatica con:
  • OpenOffice.org,
  • Il linguaggio di programmazione Python,
  • Alcune librerie di Python per la geometria della tartaruga, cartesiana e interattiva.
Se ogni insegnante mettesse in un calderone comune e ben organizzato, il proprio lavoro, forse le case editrici sarebbero spinte a fare qualcosa di più interessante che cambiare titoli e versioni degli stessi testi ogni 3 anni.

A proposito del mio libro è meglio che mi rimetta a correggere le bozze invece di continuare a scrivere tra me e me.

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giovedì 30 agosto 2007

Inizio cantiere

Su insistenza dei miei figli, inizio un blog. Non mi pongo particolari obiettivi, vedremo come evolverà la "cosa"...

Per ora un abbraccio a tutti quelli che sono arrivati fin qui.

Daniele